Cono o coppetta, un gusto piuttosto che un altro, il gelato parla di noi! 

La gelateria rimane il paese dei balocchi dove poter tornare indietro nel tempo e regalarci una coccola golosa. Ma una volta davanti a quella coloratissima vetrina cosa ci porta a scegliere un gusto piuttosto che l’altro? La coppetta piuttosto che il cono? A svelarcelo è la psicologia!

Psicologia del gelato

Studi psicologici determinano che la scelta del gelato e del modo di gustarlo,parla di noi. La scelta del gusto, la scelta del cono piuttosto della coppetta, decidere di passeggiare o starsene comodamente seduti, da soli o in compagnia, ogni decisione parla del nostro modo di esser-ci nel mondo.

Quando scegliamo un gusto, stiamo scegliendo un’emozione da assaporare. La dottoressa Palumbo sostiene che: “Gli innamorati prediligono il gelato alla crema, chi è felice mischia senza problemi i gusti, ad esempio cioccolato con limone

In base alla psicologia del gelato, questo è un alimento che si gusta in maniera semplice e diretta (senza posate e senza doversi sedere a tavola) “spogliandoci” degli aspetti formali. Il gelato, quindi, aiuta a disattivare le nostre difese, “scioglie il Super-io” e vivere in maniera autentica e genuina.

 

Chi siamo, gelato per gelato

Sul tema “Dimmi che gelato scegli e ti dirò chi sei”, la dottoressa Viviana Finistrella, insieme con Alessando Amadori, direttore del “Dipartimento ricerche motivazionali dell’Istituto CIRM”, ha stilato questa classifica:

  • L’insicuro e lo stecco: persona intraprendente e curiosa che necessita di qualcosa di tangibile, lo stecco appunto;
  • l’ indipendente e il ghiacciolo: chi non ama aspettare, ansiosa e incostante;
  • il romantico e il cono: chi cerca un’esperienza sensoriale completa, morbido e croccante da mordere;
  • il controllato e la coppetta: persona affidabile e concreta, sempre attenta alla forma che fatica a lasciarsi andare;
  • il mammone e il biscotto: persona che ha bisogno di essere sempre rassicurata. Il biscotto gli ricorda la merenda preparata dalla mamma;
  • il moderno e la pralina: scelto da chi non ama impegnarsi e preferisce il “mordi e fuggi”

 

 

Non solo la scelta, ma anche il modo di gustare il gelato è uno specchio della personalità, come spiega il professor Alessandro Amadori, che classifica la personalità in base al modo di mangiare il gelato: leccando, succhiando, a morsi e a morsetti. Il primo modo è proprio delle persone ottimiste che amano la vita sociale e conoscere nuove persone. Il secondo di chi è orientato a legami affettivi intensi e simbiotici. Il terzo è proprio delle persone attente e riflessive e infine il quarto è proprio delle persone sincere ma anche testarde.

 E tu ti sei mai soffermato a pensare perché scegli un gelato piuttosto che l’altro? Se vuoi sperimentare la “psicologia del gelato”, vieni a trovarci a Pignola, al Bar Buonansegna dove potrai gustarti questa coccola, volendo anche senza troppa razionalità!